Il resoconto del Dottor Giorgio Pasquini di ritorno dall’Etiopia dove ha preso parte alla Missione Chirurgica presso l’ospedale HEWO di Quihà dal 30 Settembre al 14 ottobre ’16.
Componenti dell’equipe, insieme al Dr Pasquini, il Dr Claudio Gambetta, il Prof Alberto Angelici, l’Infermiere (factotum) Mauro Lucarelli ed il Tecnico Vincenzo Iadarola.
“Un piccolo gruppo di “vecchi” maschietti che ha funzionato in allegria sia come affiatamento che come produttività. Certo la fatica, non solo per l’altura, si è fatta sentire e quindi la sera , a parte gli insonni cronici, tutti a letto presto. Il consumo serale di Campari e di birra San George è stato più contenuto del solito mentre al mattino la Marmellata di mele limoncelle di Giorgio e la Nutella sono state consumate a cucchiaiate generose.
Non abbiamo risentito delle tensioni, anche gravi (con scontri e morti), che ci sono state fra le etnie Oromo e Amhari e quella Tigrigna: ci siamo accorti dello stato di emergenza, dichiarato dal Governo Federale Etiope, solo per l’impossibilità di connettersi ad Internet (oscurato per motivi politici di cosiddetta sicurezza).
Invece a Garbo in Oromia l’attività si è di nuovo fermata, gli infermieri ed i maestri sono scappati per timore dei ribelli ed anche la strada per raggiungere il nostro centro è stata chiusa per alcuni giorni. Così Giannini ha dovuto rinunciare al controllo previsto alla dental clinic di Garbo. Alla nostra partenza ci è arrivata notizia che l’attività a Garbo stava riprendendo.
Riassumendo la Missione in alcuni punti:
1) La cosa forse più importante di tutte è stata la riparazione e la manutenzione di tutto quel che non funzionava in ospedale a cominciare da lavandini, docce e scarichi dei water per passare alla disinfestazione dei materassi, alla riparazione miracolosa della lavatrice dell’Ospedale, alla revisione della rete elettrica ed al ripristino delle protezioni di sicurezza del laboratorio e della sala operatoria, alla riparazione della scialitica e di molti apparecchi di laboratorio, nonché del ferro da stiro della maglieria e di molti macchinari in cucina. Vincenzo e Mauro hanno lavorato indefessamente per tutti i quindici giorni ed il suono ricorrente in tutto il compound è stato il grido di Mauro “KIDANE, KIDANE” che richiamava al lavoro il tecnico locale non proprio entusiasta del ritmo imposto dai due Ferengi un po’ “rompi..”.
2) Abbiamo avuto due incontri con il ministro Hagos e con il Presidente dell’Università di Macallè, nei quali sono state poste le basi di una collaborazione didattica fra l’Università di Macallè e l’Università Sapienza di Roma, con centro operativo presso l’ Ospedale HEWO. In queste occasioni il prof Angelici in alta uniforme (Giacca, Cravatta e Camicia celeste) ha dato ampia prova delle sue capacità diplomatiche.
3) La defezione degli anestesisti italiani è stata tamponata con la collaborazione, a pagamento, di un anestesista (tecnico di anestesia non medico) dell’ospedale civile di Macallè, per la cifra di circa 20 euro ad anestesia. Nel complesso bene e senza problemi anche perché abbiamo evitato di sottoporgli pazienti troppo complessi (per la gioia di Carlo Pietrantuono e di Pino Cofelice che sono appena arrivati e troveranno liste operatorie piuttosto impegnative). In totale abbiamo eseguito 34 interventi di cui 21 in Anestesia generale (Gozzi in prevalenza, due parotidectomie, un tumore del glomo carotideo, ernie, idroceli, fistole perianali, una mastectomia sottocutanea per un enorme tumore fillode). Claudio e Mauro si sono prestati a darci una mano (efficace) visto che di chirurghi eravamo solo due.
4) Con molta emozione abbiamo assistito al primo giorno di scuola dell’asilo. Sempre più siamo convinti che l’aiuto più importante che possiamo dare, prima ancora della chirurgia, sia l’ISTRUZIONE. A questo proposito segnalo l’incontro con i ragazzi orfani che Carlo Travaglino e l’Hewo da sempre sostengono. Ho incontrato Thamrat che quest’anno inizia l’università di Economia con una borsa di studio statale ottenuta per merito scolastico, a dispetto del suo handicap fisico e della condizione di orfano. Girmay, altro 17enne orfano e solo, non è altrettanto bravo a scuola, anche se di buon livello, e non ha diritto alla borsa di studio. Abbiamo deciso di aiutarlo economicamente per iscriverlo alla XI classe (propedeutica all’università). Da notare che il costo di un anno di studio (iscrizione, trasporti, materiale didattico, ecc.) è di circa 400 euro: per noi una bazzecola ma una enormità in Etiopia se si considera che il reddito medio in Etiopia è ancora di circa 2 dollari al giorno.
5) Abbiamo assistito anche al primo incontro del programma di Assistenza agli Adolescenti con AIDS gestito dall’ART service dell’ospedale (antiretroviral therapy). Programma che prevede vari steps: dalla disclosure (far emergere il numero degli adolescenti ammalati “sommersi”) fino all’assistenza psicologica ai fini del reinserimento sociale di questi giovani pazienti.
6) Il governo ha definito il budget sanitario di quest’anno nel quale è prevista l’assegnazione all’ospedale HEWO di 5 infermiere e 4 ostetriche, la Maternità quindi dovrebbe partire a breve (forse entro fine mese).
7) La nuova odontoiatria, pur con qualche problema impiantistico, ha cominciato a lavorare e Giannini è attualmente sul posto insieme al Tecnico Giorgio per risolvere gli ultimi problemi.
8)Infine, il progetto di Assistenza alle donne con figli in difficoltà con relativa costruzione della cafeteria in ospedale, come loro fonte di lavoro è stato definito compiutamente. Parte la caccia agli sponsor ed ai finanziamenti, speriamo di poter iniziare con l’anno prossimo.
Prima di partire grande pranzo alla mensa con pazienti e personale a base di A’ngera e Zighinì. Montagne di selfy dei lebbrosi mentre mangiano con noi. Breve discorso da bravo “Trombone“ sulla fratellanza. Alla fine una cuoca mi ha fatto vedere e toccare la pancia, sembrava volermi dire che era in cinta – imbarazzo da parte mia ed ilarità da parte di Claudio. Alla fine si è capito che mi stava indicando i buchi nella sua divisa ed io, osservando quella divisa e quelle delle altre, non ho potuto esimermi dal finanziare l’acquisto delle divise per tutto il personale”.