A mezzanotte di ieri, le sei ora d’Etiopia, l’ospedale Hewo di Quihà è stato svegliato dal pianto di un bambino. Un pianto di vita, il primo nella storia dell’ospedale che da pochi giorni ha anche un reparto maternità. Carlo Knife pesa 3,2 kg ed il suo nome è un segno d’amore, fratellanza e gratitudine. Quella per Carlo Travaglino che, con sua moglie Franca, ha fondato la comunità Hewo e dal 1969 dedica la sua vita a realizzare “il “sogno” di conquistare con gli esclusi e per gli esclusi il diritto di vivere da uomini liberi in un contesto sociale normale”.
Un percorso difficile ed “accidentato” quello che ha condotto Carlo e Franca dall’”ostello degli anziani” dove erano “reclusi i malati di lebbra di Massaua” all’ospedale di Quihà. Ma ieri, qui dove si curano malattie infettive e Lazio Chirurgia Progetto Solidale interviene con missioni di assistenza sanitaria e chirurgica, la nascita del piccolo Carlo ha segnato un nuovo passo avanti nella lunga storia di speranza dell’Hewo.
Il 13 marzo, però, è stata una giornata importante per la comunità non solo perché il reparto maternità è diventato operativo ma anche perché l’ultima ospite è stata accolta nella casa delle donne ed è stata inaugurata la Caffetteria. Si tratta di un progetto di microimprenditorialità che si inserisce in un percorso di reinserimento lavorativo e sociale rivolto alle donne che giungono in ospedale e vivono in condizioni di grave difficoltà economica perché sole e/o malate, ed alle quali sono garantiti alloggio ed assistenza fino alla completa autonomia.